Il Museo Morandi prosegue il percorso di valorizzazione della propriacollezione grazie a un programma di progetti espositivi temporanei tesi ad accostare il lavoro di Giorgio Morandi all’opera di artisti che si sono a lui ispirati a vario titolo, facendone propria la visione e restituendola attraverso i più diversi linguaggi.
Dopo le personali di Alexandre Hollan, Wayne Thiebaud, Tacita Dean, Rachel Whiteread, Brigitte March Niedermair, Joel Meyerowitz, Catherine Wagner e la collettiva Attualità di Morandi (2017) a confrontarsi con l’opera del maestro bolognese è il duo artistico Bertozzi & Casoni.
In Elogio dei fiori finti, focus espositivo visibile nelle sale del museo bolognese da sabato 12 ottobre 2019 (15aGiornata del Contemporaneo AMACI) fino al 6 gennaio 2020, la lezione delgrande pittore è stata filtrata e riproposta attraverso il mezzo di cui i due artisti sono maestri, ovvero la ceramica.
La loro attenzione si è rivolta ad alcuni celebri dipinti raffiguranti vasi di fiori e ai relativi modelli che ancora oggi si possono ammirare a Casa Morandi in via Fondazza 36 a Bologna. Morandi infatti guardava preferibilmente non al fiore fresco, caduco e destinato a modificarsi giorno dopo giorno (e quindi a creare varianti indipendenti dalla sua volontà), ma al fiore di seta o a quello essiccato che mantiene il suo stato inalterato e, al pari degli altri oggetti, raccoglie la polvere, creando effetti tonali per nulla sgraditi e forse volutamente ricercati.
Bertozzi & Casoni interessati da sempre al tema floreale, sembrano invece voler concedere nuova vita a quelle rose che hanno scelto di realizzare a gambo volutamente lungo (Morandi invece, ricorda Cesare Brandi, “tagliava le sue rose sotto il bocciolo e le disponeva sull’orlo del vaso, fitte come un bouquet da sposa”) sulle cui foglie si aggirano presenze insettiformi dalla colorazione cangiante.
Nei tre lavori proposti in mostra assistiamo a a una rivisitazione attenta e personale da cui nascono veri e propri “d’aprés Morandi” dopo quelli celeberrimi, firmati Gio Ponti, che più di settant’anni fa riproponevano bottiglie trafitte, ingioiellate, mascherate e addirittura abbottonate.
In concomitanza
con l’esposizione è disponibile gratuitamente per il pubblico un’agile
pubblicazione dedicata a Elogio dei fiori
finti con immagini dei lavori anche durante la loro realizzazione nello
studio degli artisti e un testo inedito del Prof. Eugenio Riccòmini.